Autogrill apre le porte del suo nuovo punto vendita “Puro Gusto” presso l’aeroporto Falcone Borsellino, proprio accanto ai nuovi cancelli di sicurezza appena completati.
Questa struttura, specializzata in caffè di alta qualità, pasticceria fresca e snack deliziosi, si estende su una superficie di circa 80 metri quadrati, offrendo agli avventori un’oasi di gusto e relax prima del decollo.
L’idea alla base di “Puro Gusto” è quella di combinare il meglio del bar all’italiana con l’atmosfera accogliente e moderna dei coffee shop anglo-americani.
Qui i viaggiatori possono deliziarsi con una vasta selezione di caffè speciali provenienti da varie regioni del mondo, preparati da baristi esperti che curano ogni dettaglio per garantire un’esperienza indimenticabile.
Inoltre, la pasticceria offre una varietà di dolci freschi e golosi, perfetti da gustare insieme al proprio caffè preferito.
La posizione strategica di “Puro Gusto” è un altro suo punto di forza.
Situato in sala partenze nei pressi del gate A11, è facilmente accessibile a tutti i passeggeri in procinto di imbarcarsi.
Questa vicinanza ai cancelli di sicurezza garantisce anche un’esperienza senza interruzioni, consentendo ai viaggiatori di soddisfare i propri desideri di gusti e piaceri senza dover affrontare lunghe code o stressanti ritardi.
Parlando dei cancelli di sicurezza, vale la pena notare che sono stati recentemente completati e ora consistono in 12 varchi disposti su un’area di 800 metri quadrati.
Questi varchi non solo assicurano un flusso rapido e efficiente di passeggeri attraverso i controlli di sicurezza, ma sono stati anche dotati di nuovi impianti di illuminazione e condizionamento
Forniti di sistemi automatici per regolare i livelli di illuminazione e temperatura dell’aria al fine di garantire il massimo risparmio energetico.
Accanto ai nuovi e efficienti cancelli di sicurezza, questa nuova struttura si pone come un punto di riferimento per chiunque desideri assaporare il vero gusto del viaggio.
Grazie a Fedex vi possiamo mostrare anche alcuni scatti della facciata dell’aeroporto.
Hanno iniziato a controsoffittare la terrazza ed hanno iniziato a lavorare sulla parte una volta adibita ad uffici.
oltre vent’anni di lavori. le strutture sono già vecchie e lo stile dell’edificio riflette il gusto dei primi anni 2000. nessuna notizia del parco costiero e del porticciolo?
A proposito dei gates invece… I metal detector sono del tipo moderno, come quelli che si trovano a Malpensa e a Linate, grazie ai quali non è necessario mettere fuori dallo zaino il pc e tenere la borraccia?
punteruolorosso, al di là delle considerazioni sullo stile, personali e per me non condivisibili, perchè mai “oltre vent’anni di lavori” ?
che mi risulti l’oggetto dell’articolo riguarda investimenti rientranti nel progetto del 2020 ed iniziati circa un anno dopo
punteruolorosso, al di là delle considerazioni sullo stile, personali e per me non condivisibili, perchè mai “oltre vent’anni di lavori” ?
che mi risulti l’oggetto dell’articolo riguarda investimenti rientranti nel progetto del 2020 ed iniziati circa un anno dopo
No, hanno ampliato la zona gates ma non sostituito i metal detector con i nuovi modelli che ad oggi sono disponibili in Italia solo a Roma e Milano
Questo aeroporto si porta sul groppone due peccati originali, Il primo (vecchia aerostazione) è stato realizzarlo in questa lingua di terra nel 1960 (sappiamo tutti per il volere di chi) , il secondo costruire la seconda aerostazione sempre nella stessa zona. Si potranno fare tutti i lavori di ammodernamento che si vorranno fare ma questo aeroporto vivrà sempre con i suoi peccati i suoi limiti territoriali che nno permetteranno mai di essere un aeroporto importante.
Pure vere le considerazioni sulla location non eccellente (e per i motivi noti) sul fatto che non sia un aeroporto importante disqusirei.
Al nono posto tra gli aeroporti in Italia (che sono ben 42) pur essendoci 6 aeroporti in Sicilia (caso unico per una regione italiana) di cui uno a meno di 100 km e con una posizione che non giustifica un ruolo di HUB
Città come Torino, Verona, Firenze, Genova sono posizionate peggio pur avendo una posizione che ne giustificherebbe traffici maggiori.
Mi sembra il solito atteggiamento del “qui da noi fa tutto schifo”.
@Marco,
Aldilà del lotto di interventi specifico a cui fa riferimento l’articolo, punteruolo si riferisce al cantiere perpetuo che è divenuto la nostra aerostazione.
La nuova aerostazione, inaugurata nel ’95 e pensata negli anni ’80, nacque già vecchia. Da subito si resero necessari lavori di adeguamento e ammodernamento.
Mia moglie mise piede a Palermo per la prima volta nel 2006 attraversando appunto il cantiere di Punta Raisi. Miei cari amici lavorano in aeroporto e mi confermano che internamente chiamano amorevolmente l’aerostazione “Fabbrica dell’aeroporto di Palermo”. Io stesso uso frequentemente l’aeroporto per gli spostamenti di lavoro e puntualmente trovo una deviazione nei percorsi o una modifica alle sale o ancora un restringimento nei corridoi.
Che il nostro aeroporto sia una stazione appaltante estremamente poco efficace, con tutte le giustificazione e le attenuanti che si possono addurre in casi del genere, è sotto l’occhio di tutti. Mi chiedo: se Pasqualino Monti fosse all’ENAC anziché all’ENAV magari potrebbe dare una botta di vitalità a sto benedetto aeroporto? Ma in effetti una bella raddrizzata andrebbe data a tutto il sistema aeroportuale siciliano. Ma qui il discorso si allarga. Prescindendo dalle classifiche del numero dei viaggiatori, che nel mio ragionamento sgrammaticato hanno un valore relativo, ritengo che un aeroporto debba essenzialmente servire il territorio che lo ospita, e affinché possa farlo bene deve essere in esso ben allocato. Punta Raisi, lo sappiamo, tutti non lo è. Senza voler fare campanilismo, Fontanarossa continua ad essere il principale scalo siciliano non perché sia più bello o perché i suoi gestori siano più bravi. Semplicemente e solo perché e meglio collegato al territorio. Dei sei aeroporti siciliani ne chiuderei almeno 4 e dei due rimanenti credo nessuno possa ambire, attualmente, ad essere un vero hub aereo. Infatti, per sua definizione, un hub non serve “solo” il territorio ma essenzialmente e più che altro fa da ponte di connessione. Un hub è funzionale ai voli stessi più che al territorio. I nostri aeroporti sono essenzialmente di fine corsa. In Sicilia si arriva e dalla Sicilia si va via. Ma in Sicilia, per fortuna direi, non si transita (motivo per il quale il mero numero di passeggeri che passano per un aeroporto dice poco sul reale impatto che questo ha sull’economia locale). Fare la gara a chi ha l’aeroporto più importante rischia solo di frantumare ancora di più la qualità dei servizi effettivamente resi alla comunità. Ambire ad avere un hub internazionale sul suolo siciliano delinea l’incapacità di alcune file della classe dirigente di capire che un hub porta solo tanto traffico di persone “dentro” l’aeroporto.
Tutto ciò non per dire che “qui da noi fa tutto schifo” ma per affermare che qui da noi, spesso per fortuna più spesso per disgrazia, è diverso.
@marco, se non sbaglio i primi lavori cominciarono quando c’era avanti presidente della provincia.
Ma xche all’aeroporto di palermo una arancina costa 5 euro capisco a Milano c’è il trasporto diciamo ma a palermo centro 1.50 aeroporto 5 euro e fanno pure skifo vergognatevi
@Marco,
in base a “Mi sembra il solito atteggiamento del “qui da noi fa tutto schifo”., credo che @Audace abbia dato la risposta migliore anticipando la mia (che sarebbe stata la stessa).
@punteruolorosso
@audace
I lavori FORTUNATAMENTE vanno avanti da oltre vent’anni.
Vuol dire che è stato aggiornato e ammodernato, vuol dire che si continua ad investire (no fondi, no lavori) e non mi smbra scandaloso che, andando avanti per lotti e rispettando le scadenze come è stato fino ad ora, si continuino a fare lavori, anzi spero non si smetta per offire un servizio sempre di qualità maggiore.
Cosa scandalizza del fatto che si continuino a fare lavori ?
Quanti lamenti, la verità è che l’aeroporto per posizione non può superare mai i 12 milioni di passeggeri (facendo tutti gli aggiornamenti possibili non c’è spazio).
Detto questo se ci fossero le ferrovie che ci sono in altri posti in Italia dall’aeroporto alla stazione centrale ci metteresti 10 minuti. Quindi veramente ottima per servire la citta di Palermo. Il problema dell’aeroporto è che serve solo la provincia di Palermo e “saltuari” della provincia di trapani ed un pezzetto della provincia di agrigento. Per quanto riguarda l’aeroporto di Catania che è il principale in sicilia, non mi sembra faccia tutti questi numeroni, servendo le provincie: messina, catania, Enna, Ragusa, Siracusa, Caltanissetta ed un pezzo della provincia di agrigento nel 2023 ha fatto 10.700.00 di passeggeri (molto pochi visto che Palermo da solo ne fà 8 milioni +1milione a trapani).
Il collegamento con la provincia di Agrigento è penoso, se parti da Licata ma anche Agrigento o Canicattì e tutto quel pezzo della provincia, arrivi prima a Fontanarossa che a punta raisi.
Alla fine direi che l’aeroporto di Palermo sia una delle cose di maggior successo a Palermo, al contrario di quello che succede nella città.
Marco ha ragione, questo atteggiamento classico del “fa tutto schifo” anche quando non lo è ha stancato, un minimo di obiettività e finiamola con questo piangerci addosso.
@audace
Ottima scelta chiudere 4 dei 6 aeroporti siciliani.
Considerato che 2 sono nelle isole minori, che così rischiano di essere isolate ancora di più
Credo che questo tagli la testa alle ulteriori considerazioni, essendo stata data palesemente una risposta senza alcuna valutazione realistica.
Saluti
@giulio
Grazie, infatti proprio l’aeroporto di Palermo è una delle poche cose di cui non potersi lamentare (insieme al porto di Palermo) e ha dei limiti legati alla fruibilità del territorio (a Roma atterri anche se magari devi andare a Livorno o a L’Aquila o Napoli, a Milano atterri anche per andare a Torino o a Brescia o a Bergamo, a Palermo atterri se devi venire in Sicilia e stop)
Smettiamo di piangerci addosso.
@salvatore
Si chiama Domanda e Offerta
Sei all’aeroporto, non hai dove andare, il pubblico è fatto per un buon 60% di turisti, se fossi tu il gestore del bar ed in queste condizioni le venderesti a 1,50€ (premesso che anche in centro a Palermo meno di 2,50 oggi non trovi nulla) oppure a 5 € ?
@Marco
Io la chiamerei truffa al danno del turista che poi, quando torna a casa, ci fa una gran bella pubblicità.
L’atteggiamento di chi si piange addosso non mi appartiene davvero.
Ma non piangersi addosso non credo significhi compiacersi delle lungaggini e della lentezza caratteristiche del modo di intendere un servizio pubblico della nostra classe dirigente isolana.
A chi da fastidio che si facciano i lavori? A nessuno.
A chi da fastidio che i lavori non abbiano fine? All’utente medio che spera in servizi al livello degli importi corrisposti (col biglietto aereo).
A chi mai, in ultimo, potrà mai venire in mente che i lavori non conoscono termine magari perché sono fini a sé stessi?
In quanto alle valutazioni realistiche: Ma siamo davvero sicuri che il trasporto aereo debba rappresentare l’unica via di accesso alla Sicilia? Attorno a quest’isola non c’è un fossato che va saltato. C’è il mare. Le isole minori sono mal collegate? Vero. Dobbiamo per forza metterci su un aeroporto? Non potremmo forse dotarle di pontili sicuri per l’ormeggio, garantito a prescindere dal venticello che tira, di mezzi veloci e moderni? Lo vogliamo abbattere il caro voli? Investiamo sui collegamenti marittimi. Alla fine è lo stesso concetto, applicato al contrario, delle arancine in aeroporto. Se ci dotiamo di alternative, ci garantiamo migliore qualità ed economia.
E poi, ma chi lo ha stabilito che senza ponte in Sicilia non arriverà mai l’alta velocità? C’è qualche legge divina che impone che i treni veloci debbano giungere dalla penisola? Ci sono forse motivi geologi e orografici che impediscono a treni veloci siciliani di correre su e giù per l’isola indipendentemente dalla connessione con la terra ferma?
Le valutazioni realistiche non sono solo quelle allineate al trend suggerito. A mio parere è un modo di pensare ottuso e davvero limitante.
Se dite “realistico” per intendere “meglio di niente, dati i mezzi di cui disponiamo”… ebbene, forse se la passano meglio quelli che si piangono addosso.
@Marco
Ancora una personalissima considerazione sulla dialettica più idonea ad un blog:
“Credo che questo tagli la testa alle ulteriori considerazioni…” non apre certamente al confronto di idee e opinioni. Non pretendo di conoscere la soluzione di ogni tema affrontato.
E’ per questo che cerco il confronto con ogni mente pensante.
https://www.palermotoday.it/economia/privatizzazione-aeroporto-palermo-schifani-riggio-gesap.html
Come valutare la volontà pubblica di vendere gli aeroporti?
Io proprio non capisco: se la Pubblica Amministrazione non sa far funzionare qualcosa, il rimedio non è vendere quel qualcosa, ma cambiare amministratore. La volontà di vendere, a mio modo di vedere, è un autocertificazione di incapacità a far funzionare quel qualcosa e allora a cambiare non dovrebbe essere la proprietà, ma la persona dell’amministratore! L’aeroporto di Catania è in grande crescita, ma allora che problemi ci sono ad investire?
L’aeroporto di Palermo è in crescita, ma necessita di maggiori collegamenti: perché non si interviene?
Altrove il pubblico interviene, in Sicilia, sembra che non si creda nello sviluppo, quindi si preferisce vendere e ci si priva di centri di fornitura di servizi (nel settore privato lo si chiamerebbe forse “asset strategici”) ; certo, un tale “Malpensa 2000” ha avuto il collegamento ferroviario soltanto qualche anno fa, e ancor meno tempo è trascorso da quando hanno attivato il collegamento su ferro con il terminal 1, a Orio al Serio credo non esista collegamento ferroviario ma solo con i bus privati, a Caselle (TO) nemmeno con le olimpiadi invernali riuscirono a fare il collegamento ferroviario e forse oggi ci stanno lavorando, a Linate la M4 Blu la stanno attivando soltanto adesso, avendo fallito l’appuntamento con l’Expo!
Prossimo passo nella Sicilia a statuto speciale: gli ospedali, le università, le autostrade, i porti?
Sollecito uno scambio di opinioni, voglio farmi un’opinione più consolidata, grazie a chi vorrà partecipare e scusate il cambio di focus del dibattito
Purtroppo, c’è poco da studiare…
La verità, pura e semplice, è che gli aeroporti (sopratutto Palermo, anche Catania) sono gli unici enti che possono trovare un imprenditore disponibile all’acquisto!
Invece di essere contenti di qualcosa che funziona, la si svende per fare quella cassa che non si riesce a fare, ad esempio, con l’AMG. Tant’è che da questo discorso sono esclusi Comiso e Trapani; si dirà perchè sono “deprezzati”, ma la realtà è che non sono economici.
E intanto qualcuno ri-parla dell’aeroporto di Agrigento…
Una strategia l’avevano individuata: connettereTrapani a Palermo e Comiso a Catania, ma poi niente. Anche perchè non si tratta solo di “collaborazione commerciale”: occorrono anche sistemi di trasporto integrati che rendono gli aeroporti secondari ancillari a quelli principali (oddio: ho detto secondari!!! Ora chi li sente 🙁 )
Non stiamo comunque parlando di HUB, che sono una cosa diversa. L’Italia ha voluto creare due HUB (che non ci sono da nessuna parte!!!) per scelta politica e Alitalia ha avuto il colpo di grazia!
@Irexia
Molto volentieri accetto il tuo invito a dibattere sulla necessità di investire nello sviluppo di quest’isola.
Hai puntato un faro sul forse unico argomento che davvero dovrebbe appassionare i siciliani (expat e non).
Premetto che concordo al 100% quando affermi che è necessario cambiare gli amministratori piuttosto che disfarsi di ciò che non si è in grado di amministrare.
Anche perché, a dirla tutta, se applicassimo il concetto “ciò che non rende si vende” ad ogni servizio pubblico che funziona male, vorrei sapere l’amministratore cosa resta a fare dato che non gli reterebbe granché da amministrare.
A sentire l’avvocato D’Agata, basterebbe contrastare le tre grandi piaghe Etna/Siccità/Traffico e questa terra diventerebbe bellissima!
Nella realtà ci sarebbero mille e più interventi, tutti fattibili, che potrebbero davvero sostenere la crescita siciliana. Penso al rilancio economico, alla potenziale attrattiva di capitali stranieri, ad una politica fiscale equa che ridistribuisca davvero ricchezza ai cittadini anche in forma di welfare. Penso alla necessità di far tornare verde quest’isola ormai in gran parte desertificata. Penso ad una seria politica ecologista volta a risolvere gli atavici problemi del suolo tra cui, appunto, la siccità. Penso ad almeno una decina di nuovi grandi ed efficienti ospedali sparsi per la regione. Penso alla valorizzazione del territorio, della sua storia, delle sue bellezze artistiche e paesaggistiche e dei suoi prodotti. Penso ad un’isola delle eccellenze. Penso a vie di comunicazione terrestri, marittime ed aeree efficienti. Penso ad un sistema scolastico dotato delle migliori infrastrutture che sappia anche proteggere, valorizzare ed esportare la nostra lingua e la nostra cultura. Penso ad una ricerca che possa non dover contare sulle raccolte dei cittadini o le sponsorizzazioni delle aziende private. Ho scritto “Penso”? Volevo dire “Spero”.
Una lista delle cose da fare sicuramente aiuta a mantenere la rotta per portare la barca in porto. Ma il problema è che il timoniere si è ubriacato e la nave non governa.
Ho raggiunto quella maturità anagrafica minima necessaria a comprendere che nell’arco di una vita il treno delle occasioni passa una sola volta. E spesso quelle che intendiamo occasioni sono in realtà semplici compromessi (nel termine legale della parola).
La quarta rata del PNRR è stata già pagata ed abbiamo già chiesto l’erogazione della quinta.
Stiamo indebitando i nostri figli e i nostri nipoti. Ma a casa mia, da vent’anni, aspetto le fognature.
Mi scuso in premessa per l’ot…ma non sapevo dove metterlo 😉 E poi, sempre di mangiare si parla 🙂
Ho visto l’avanzamento dei lavori per il nuovo MC Donald’s di Corso Calatafimi. La notizia non è per fare la soletta ad un nuovo fast food, non ci interessa, ma sul decoro urbano che deriva da nuove costruzioni.
Il nuovo ristorante prende il posto di un negozio (ed un magazzino di materiale edile) che non era esteticamente il massimo per una zona centrale quale è; qualunque fosse la scelta, si auspica sia sempre migliore.
La zona nello specifico è uno spicchio della fu Villa Trabia, che nel tempo è stata utilizzata per altri scopi (circo, parcheggio, ed i più vecchi ricordano il campetto del “Giornale di Sicilia”), tant’è che sopravvivono sul primo tratto i resti del muro ed una entrata padronale con colonne dalla forma particolare ed un cancello in ferro battuto. In cina alle colonne erano presenti due fregi della casata, spariti in epoca remota per chissà quale mercatino dell’usato. Accanto all’entrata c’è ancora un edificio del custode, oggi abitato.
Il cancello e le mura fanno parte del lotto in cui sarà costruito il nuovo ristorante. Voglio pensare che siano in qualche modo vincolati (ricordo il casino per i muri, molto meno particolari, della Villa Uditore…).
Non conosco il progetto del luogo, ma spero tanto (e la presenza di un grande marchio mi fa ben sperare) che questi resti non vengano distrutti restaurati e valorizzati.
Chi ritiene, partecipi a questa petizione:
https://chng.it/gBDsBJGrdw
@Vicchio65
Ho firmato.
@Irexia
Spiace constatare che l’argomento suggerito non stimola il dibattito.
firmato. ma in v.le regione non c’è villa tasca?
@ Audace
Vedo, ma la proposta rimane sempre aperta a chi avesse un attimo da spendere per arricchire un dibattito e arricchire se stesso leggendo le opinioni altrui.
Constato però che il mio penserò non è così balzano e strano e ne trovo conforto
@ Vicchio65
Come aeroporto di Agrigento?! Ma un aeroporto è una struttura che si regge se ha grandi numeri! Non deve essere in ogni provincia,a piuttosto ogni provincia deve essere collegata a quelli che sono stati creati in maniera si spera, strategica, sul territorio!
Cara Irexia e caro Audace,
personalmente, ho cercato di spiegare in mille altri post in questo o quell’argomento, a partire dai mille rendering di Palermo alle centomila incompiute ai progetti fantasiosi per il ponte di Messina.
Io ho un’idea abbastanza chiara della situazione, che non è un modo di dire “non si farà mai niente” o “non si deve fare niente”, ma semplicemente la volontà di distinguere ciò che serve da ciò che ciascuno desidera. Scusate se mi dilungo, ma l’economia è il mio mestiere.
Ci sono diverse condizioni che, con chiara semplicità e senza atteggiamenti faziosi, vanno considerati.
Primo ed esterno, il contesto globale.
È scontato, per il posizionamento geografico, che la Sicilia dovrebbe avere una strategia di natura economica. La collocazione geografica la porta naturalmente ad essere la propaggine dell’UE verso i mercati emergenti dell’Africa.
Sono stupidi o cattivi in Europa? No, semplicemente non ci sono le condizioni economiche e politiche per rendere l’UE una nazione, con le conseguenti scelte particolareggiate e strategiche che una qualunque nazione farebbe (vedi USA). A queste elezioni alzeranno la testa i soliti nazionalisti, con la conseguenza che chi conta di più comanda… Possiamo dire tutto, ma in democrazia ci si conta!
Poi, ci sono problemi geopolitici molto più ampi. Il Mediterraneo è lungi dall’avere una configurazione politica tranquilla. Ricordate l’hub aeroportuale cinese della piana di Catania? Ovviamente, lì il benestare non poteva (oggettivamente) limitarsi all’Italia o all’Europa.
Secondo, il contesto nazionale.
L’Italia, non solo la Sicilia, ha degli arretrati storici. Si parla tanto della scelta dell’Autostrada del Sole, che in effetti per quel periodo era una scelta strategica valida (l’Italia aveva una grande azienda automobilistica e lo sviluppo in quei tempi era basato sul trasporto gommato) ma altri Paesi, vedi Francia, in quei tempi hanno investito nel trasporto di massa (ferrovie); qualcuno dirà che avevano visto lungo, ma in realtà gli è solo andata bene. In Italia la spesa corrente è, giusto o sbagliato che sia, prioritaria (vedi i vari commenti sui “buchi nelle strade”). Ed è per questo che qualunque iniziativa, tipo il PNRR che in effetti si chiama Next Generation (un nome che dovrebbe dire tutto!) finisce per essere dedicata a questo museo, a quella festa popolare, a quel campo di golf…
E l’Italia ha un altro problema, ossia non è una Nazione matura, non riesce neanche al suo interno di stabilire un obiettivo strategico che possa essere intergenerazionale. Sviluppare un progetto a Milano significa non svilupparlo a Palermo, ma non solo, anche a Bergamo, a Lodi.
La Sicilia, dal canto suo, poco può fare perché non comanda ma anche, che è peggio, non decide! E spiattello qui alcune delle ultime idee, le più emblematiche.
Il Ponte di Messina: ok, lo volete fare, fatelo. Ma intanto è appena andato in cantiere il progetto per l’Alta Capacità in Sicilia (altro progetto emblematico). Se, e il se è d’obbligo, saranno fatte entrambe saranno finite nello stesso periodo, con il risultato che l’Alta Capacità andrà rifatta in Alta Velocità (non per fare un favore ai siciliani, ma solo per rendere economicamente sostenibile l’investimento!).
La Pedemontana di Palermo: serve a Palermo o serve alla Sicilia? In primis all’aeroporto? Se veramente ci fosse una regia dietro, e non il provincialismo, si dovrebbe tracciare una linea retta tra Trapani e Catania e poi creare delle bretelle di collegamento.
Ma costerebbe troppo, oggi, e non si sa a cosa servirebbe, domani.
La Sicilia orientale-meridionale è, incredibilmente, una zona estremamente attiva. Hanno voluto l’aeroporto ma poi, ovviamente senza servizi di collegamento ed infrastrutture, langue.
E ricordiamoci del famoso progetto Eurodisney in Sicilia, e di un parco giochi, Etnaland (uno dei migliori d’Italia!), al quale si arriva tramite una trazzera. Devo dire altro?
È triste ricordarlo sempre, ma senza strategia non si fa niente! La strategia della Sicilia è il turismo? Non serve il ponte o le autostrade; servono servizi efficienti e mirati. La strategia è il commercio? Servono accordi internazionali e infrastrutture evolute. Altrimenti si “campicchia”…
Ma, l’ho detto all’inizio, non significa “non si farà mai niente” o “non si deve fare niente”. Vedete il progetto del porto di Palermo? Può piacere o non piacere esteticamente, ma è un vero progetto imprenditoriale che si autofinanzia. Non è una cattedrale nel deserto! Il porto (che rispetto all’aeroporto ha il vantaggio di essere integrato con il trasporto) ha utilizzato gli spazi per creare qualcosa che porterà reddito allo stesso porto.
Si può dire che è “un’isola”, ma questa non è una questione da imprenditore, è una questione da politico.
Ed ha speso anche una bazzecola: 60 milioni, meno di quanto sono costate le gru (poi smontate senza mai essere state utilizzate).
Chiedo fortemente che qualunque progetto sia inserito in una strategia globale, altrimenti, scusate, ma nessuno mi potrà mai contestare che non è solo assistenzialismo!
Si, Irexia! Si riparla dell’aeroporto di Agrigento. C’è anche una Spa con due milioni di capitale sociale!
Tanto per restare sul tema delle strategie…
Sono d’accordo con te, vicchio65, i politici odierni non hanno strategia globale perché non hanno visione globale… Come detto già altrove, pensano a soddisfare l’hic et nunc, soprattutto nei periodi Pre elettorali (vedi la fretta di fare qualcosa, qualsiasi cosa, anche di irreparabile, in zona Messina), ma non hanno alcuna proiezione a 2, 5 o 10 anni!
E questo perché rende: il cittadino votante non ha alcuna memoria, è distratto da social e dai telefonini, inondato di “informazione” spazzatura e non pretende di più e inoltre, campare di emergenza in emergenza fa acquisire poteri maggiori, emergenziali appunto, e fa apparire il politicante di turno come un risolutore che in verità semplicemente sposterà il problema sul successore…
@Irexia, @vicchio65 Pensiamoci un attimo…
Ci ritroviamo a commentare la più o meno efficiente amministrazione e la più o meno lungimirante politica su un blog nato, con scopi propositivi, per favorire la consapevolezza dei cittadini e promuovere la partecipazione sociale sulle diverse strategie messe in campo per la gestione del territorio.
Oramai lo facciamo in modo quasi sempre obiettivo ed imparziale. Ma implicitamente stiamo avallando un sistema che ci ha spogliato delle nostre prerogative di cittadini pesanti e tende a limitare, in modo piuttosto subdolo, la nostra capacità di criticare (o di elogiare) l’operato dell’amministrazione.
Ne abbiamo riscontro immediato su questo stesso blog, che da luogo di incontro e della pluralità è quasi diventato un circolo privato.
Tempi bui, quelli che stiamo vivendo.